Il graduale processo di risveglio spirituale (II)
del professore di yoga Gregorian Bivolaru
Il modo saggio di vivere nel mondo
Le nozioni di spiritualità e di saggezza sono spesso associate ad immagini di ritiro dal mondo. Così, il monaco vive ritirato nel monastero, mentre il vecchio saggio o lo yogi avanzato vive in un ashram, lontano dalle agitazioni caratteristiche del mondo. Senza dubbio, molte vie spirituali sono vie della rinuncia, così come lo è, per esempio, la via monastica e, proprio per questo, simili vie spirituali sono perfettamente rispettabili. Tuttavia, è necessario renderci conto che questo genere di rinuncia nasconde spesso una condanna o una fuga dal mondo.
Nonostante sia possibile scoprirne alcune premesse nell’ambito filosofico antico, in particolare nell’ambito della filosofia di Platone, è specialmente la cultura cristiana che ha indotto una concezione sulla saggezza e sulla spiritualità che separa l’anima dal corpo, che separa l’ascesi dal piacere e che considera che la liberazione sia possibile solo lassù, in cielo. Per questa, il mondo è la sede di tutte le tentazioni. Certamente, il cristianesimo è molto più complesso e non si riduce solo a questa constatazione. Ciononostante, una tale visione di una spiritualità distaccata dal mondo, che denigra anzi il mondo, è arrivata ad impregnare molti esseri umani in Occidente in maniera profonda e durevole.
Al di là di tutto questo, è perfettamente possibile per noi conciliare la spiritualità e la partecipazione piena, potremmo dire, a questo mondo, senza lasciarci mai accaparrare da esso. In altre parole, diventa possibile essere e anche vivere in modo saggio nel mondo senza arrivare ad esserne soggiogati. Questo presuppone di “essere capaci di vivere saggiamente nel mondo senza appartenere al mondo e senza lasciarci soggiogare da esso”.
Rispetto a questo, è bene ricordare che il sistema millenario Tantra Yoga, combinato in modo armonioso e saggio con il sistema Hatha Yoga, rende possibile una simile integrazione feconda, armonica e piena di saggezza dell’essere umano nel mondo ed esclude il pericolo di lasciarci accaparrare ed incatenare dal mondo. In altre parole, una simile integrazione rende possibile, e persino permette di vivere così come si deve nel mondo saggiamente, senza per questo essere del mondo o, in altre parole, senza lasciarci incatenare e soggiogare dal mondo.
Per apprezzare l’originalità di un simile approccio, è necessario riferirci ai fondamenti della spiritualità orientale. Gli orientali non si sono formati la stessa concezione di Dio che si sono costruiti gli occidentali. La concezione orientale di Dio è, potremmo dire, preponderantemente filosofica ed è molto più vicina al concetto di Theos, o, in altre parole, del Dio degli antichi greci ed è evidentemente diversa dalla concezione riguardante Dio dei cristiani. Del resto, molto spesso, invece di parlare di Dio e della Sua creazione, le spiritualità orientali distinguono ciò che esse chiamano Assoluto e Manifestazione o, in altre parole, la Realtà suprema, ultima e la realtà relativa.
La manifestazione è ciò che corrisponde alla nostra esperienza comune, ordinaria. Questo tipo di esperienza comprende la natura, le piante, gli animali, gli esseri umani, le città, gli oggetti, vari avvenimenti profani e, generalmente parlando, include tutto ciò che attiene all’impermanenza, alla modificazione, al cambiamento, alla misura, al limite. Il temine “Assoluto” indica un altro livello di vibrazione, il quale livello si colloca al di là del tempo, al di là del limite, al di là di tutto ciò che è misurabile.
Un’altra differenza fondamentale che presentano queste concezioni orientali risiede nel loro aspetto immanente. L’Assoluto non è presentato come una realtà radicalmente separata da noi. Questo Assoluto è e rimane senza sosta la nostra natura profonda. Questa è la scintilla di Brahman o Dio, presente in ogni essere umano. L’Assoluto, ciò che chiamiamo l’Ultimo, il Divino, lo Spirituale (è necessario utilizzare più parole adeguate per dipanare in questo modo le connotazioni che sono connesse a ciascuna di queste), è l’Essere essenziale del nostro essere, è la nostra essenza profonda. Parlando per analogia, è esattamente come il sangue che scorre nelle nostre vene, è proprio come l’aria che respiriamo. Questa concezione immanente, riguardante l’Assoluto presenta il vantaggio di essere molto meno suscettibile di indurre la comparsa di deviazioni, mortali potremmo dire, come quelle della visione cristiana, che, nella sua versione grossolana, ci presenta un Dio molto più monarca che Padre, che troneggia sul mondo.
Chi è uno con l’acqua?
Vediamo ora qual è il problema della manifestazione di questo mondo. Dal punto di vista moralista o moralizzatore, si può dire che il mondo è il luogo dell’egoismo, della vanità, dell’ambizione, del crimine, della malvagità, della morte. Si potrebbe però replicare, giustamente, che il mondo è, allo stesso tempo, il luogo dell’amore, della gioia, della compassione, della bontà, della felicità.
Dal punto di vista spirituale, la Manifestazione non ha nessun problema in sé. È proprio perfetta così com’è. Semplicemente, è il luogo della dualità, o in altre parole, è il luogo della manifestazione dei contrari, degli opposti. Nell’ambito di questo mondo, non può esistere qualcosa senza il suo contrario. Bene e male, bello e brutto, nascita e morte, amore e indifferenza qui appaiono come quasi indissolubili. Sono, per analogia, proprio come la fronte ed il retro di una moneta.
Ed ecco che qui iniziano ad apparire i problemi per gli esseri umani o, soprattutto, per quel che siamo soliti chiamare ego. Noi, uomini, vogliamo gli aspetti benefici, favorevoli dell’esistenza, senza gli aspetti sfavorevoli, cattivi, che in questo mondo sono inevitabilmente attaccati. Dato che la nostra prospettiva è sempre più o meno colorata, a causa dell’egocentrismo che ci caratterizza, noi abbiamo la tendenza a dividere la Manifestazione multipla e piena di contrasti fra ciò che ci conviene e ciò che non ci conviene.
Con rare eccezioni, non possiamo evitare di confrontarci con ciò che non ci sta bene; quanto più siamo egocentrici, tanto più questo confronto sarà difficile e doloroso, tanto più questo comporterà delle deviazioni, come la caduta nell’illusione, la tentazione dell’onnipotenza, la frustrazione, i risentimenti e l’aggressività.
La distinzione fra la Manifestazione e l’Assoluto non è però un argomento filosofico o teologico che si riferisce alla nostra esperienza concreta. Questa indica, al contrario, due livelli dell’esperienza interiore, rispettivamente l’esperienza ordinaria, potremmo dire comune, che è quella della mancanza e della finitezza, e l’esperienza spirituale che rileva la plenitudine e l’eternità. E non è il caso di perdere di vista che questo implica in modo eguale due modi di funzionare nel mondo, uno dei due essendo sempre più o meno condizionato dalla paura e dall’illusione, e l’altro modo, che è libero da questi ostacoli, o, in altre parole, è profondamente vivo e sublime.
L’obiettivo di qualsiasi spiritualità autentica è e rimane quello di avvicinarci all’Assoluto o, in altre parole, a Dio. Un aspirante impegnato su una via spirituale potrebbe essere tentato di pensare: “Dato che è il fascino per la Manifestazione quello che mi separa dall’Assoluto, proprio per questo è necessario che io faccia tutto ciò che è in mio potere per slegarmi da essa”. È quel che, di fatto, ci consiglia anche il filosofo Platone: “E’ importante fuggire quanto più rapidamente da questo mondo nell’altro, nel mondo divino. Perché fuggire in questo modo ci rende simili a Dio”.
I maestri tantrici hanno trovato una soluzione ingegnosa e piena di saggezza in riferimento a questo stato di fatto: ci consigliano di rimanere nel mondo, di rimanere nella Manifestazione, ma allo stesso tempo di agire con forza in modo adeguato in modo da trascendere al di là di questa Manifestazione mentre viviamo simultaneamente in essa.
Quando ci troviamo sulla riva di un fiume, ognuno di noi ha la possibilità di scegliere fra entrare in acqua o rimanere sulla riva. In una simile situazione, appare per ognuno di noi la domanda: “Chi di noi è uno con l’acqua: quello che entra in acqua fino al collo e si bagna davvero in essa o quello che rimane sulla riva?”. Nel caso di questo esempio, i maestri tantrici rispondono che è sempre possibile entrare in acqua, bagnarci in essa o, in altre parole, essere una cosa sola con essa e allo stesso tempo trascenderla, traslando in questo modo al di là dell’acqua, nell’Assoluto.
Una sfida straordinaria e profondamente benefica
Questa soluzione piena di saggezza, che implica una certa maestria spirituale, è sempre possibile se ci alleniamo, almeno di quando in quando, a riuscirci, cosicché poi diventa possibile essere in grado di trascendere sempre di più la Manifestazione in cui ci troviamo, traslando istantaneamente nell’Assoluto. Procedendo in questo modo, nel caso del nostro esempio con l’acqua, si può dire che per noi sarà possibile bagnarci nell’acqua del fiume o, in altre parole, sarà possibile essere uno con l’acqua e allo stesso tempo riuscire a trascendere l’esperienza dell’acqua, traslando istantaneamente nell’Assoluto.
Per questo, è necessario considerare che, sempre, niente e nessuno ci impedisce di intendere e persino di riuscire in questo, poiché, di fatto, noi e solo noi non facciamo niente per riuscire, almeno per qualche secondo all’inizio, a vivere simultaneamente sia l’esperienza comune vera e propria, che il trascendimento fulmineo di questa esperienza che ci spinge istantaneamente nell’Assoluto.
Nella misura in cui punteremo a farlo almeno sette volte al giorno, in diverse esperienze e momenti della nostra esistenza, scopriremo poi, di volta in volta, che è possibile scoprire ed approfondire in modo graduale un simile vissuto, complesso nel suo genere, sorprendente e del tutto fuori dal comune, accessibile solo a quei rari esseri umani che oseranno accumulare l’esperienza necessaria attraverso il grammo di pratica.
In riferimento a questo aspetto, non è il caso di perdere mai di vista che tutti quelli tra voi che diranno: “Una cosa del genere mi è impossibile”, dovranno constatare poi che una simile esperienza del tutto straordinaria sarà inaccessibile, mentre chi fra voi dirà: “E’ interessante, sono aperto, sono curioso a sperimentarlo sempre da ora in poi” e che manifesteranno anticipatamente un’intenzione chiara, ferma e potente, potranno constatare poi con stupore, ma anche con una gioia spirituale del tutto a parte, che questo genere di esperienza tantrica, che vi abbiamo descritto qui succintamente, vi sarà accessibile e vi farà approfondire un simile vissuto del tutto straordinario attraverso l’impegno fruttuoso.
Al di fuori di queste due categorie, esisterà anche la categoria di coloro che diranno: “E’ molto interessante, inizierò a farlo anch’io per convincermi” e poi dimenticheranno per sempre di mettere in pratica questa modalità tantrica millenaria semplice ed efficiente.
Riguardo a questa modalità che vi abbiamo descritto qui e che è accessibile più o meno a tutti coloro che praticano yoga, attraverso il grammo di pratica, vi convincerete del valore di questo metodo semplice ed efficiente e fra voi appariranno almeno uno, o anche cinque o otto persone che, attraverso un approfondimento attento, perseverante e sistematico, raggiungeranno in questo modo un certo grado di maestria nella realizzazione di questo metodo semplice ed efficiente. In questo modo, scoprirete che un maestro diventa tale grazie alla realizzazione attenta, perseverante e sistematica di questo metodo semplice ed efficiente.
Ciò che vi abbiamo presentato qui è e rimane una sfida significativa per voi tutti, ma ciononostante pochissimi fra voi vorranno accettare questa sfida a suo modo straordinaria e profondamente benefica. Sarà così perché la pigrizia, la sfiducia, i dubbi, la dimenticanza, l’assenza di perseveranza contribuiranno in ognuno di voi e non vi faranno mettere in pratica in modo attento, sistematico e perseverante questo metodo semplice ed efficiente.
È inoltre utile sapere che questo metodo semplice ed efficiente di cui vi abbiamo parlato può essere considerato quello che potremmo chiamare una forma di spiritualità pratica, che può essere realizzata con successo giorno dopo giorno, nei cosiddetti “tempi morti” di cui ognuno di voi dispone. Procedendo in questo modo, i cosiddetti “tempi morti” saranno, in una certa misura, messi a frutto in un modo saggio e così una buona parte di questi diventeranno per voi tempi straordinari, vivi e contribuiranno pienamente alla vostra trasformazione spirituale accelerata.
Questo metodo semplice ed efficiente può essere integrato da ciascuno di voi che non dimenticherete di metterlo in pratica come uno dei metodi che rendono possibile praticare yoga continuamente. Poiché, guardando in retrospettiva, osserverete che a nessuno fra voi sono mai mancati tempi cosiddetti “morti”, che possono essere messi a frutto ogni volta come tali e osserverete che questo renderà possibile una sorprendente trasformazione spirituale che non tarderà ad apparire nel vostro universo interiore.
Dato che fra voi, coloro che sono venuti a sapere di questo metodo semplice ed efficiente, ci saranno sia alcuni ottimisti che alcuni pessimisti, teniamo ad informarvi che è mille volte meglio essere un “inguaribile” ottimista che di quando in quando si sbaglia, piuttosto che un pessimista incallito che, proprio a causa del suo modo di pensare dannoso, ha sempre ragione.