Il Karma Yoga è quel percorso yogico in cui le nostre azioni ordinarie, i doveri sociali o semplicemente il nostro lavoro quotidiano diventano strumento di evoluzione e perfezione spirituale. O più brevemente, è la via della fusione più profonda e completa con Dio attraverso ogni azione disinteressata.
Ecco perché il Karma Yoga è anche chiamato “yoga istantaneo della vita quotidiana”. Per questo, chi agisce è importante che sia totalmente distaccato dai frutti (o conseguenze) della sua azione, che è consacrata in anticipo a Dio ed è necessario che sia compiuta in uno stato di completa dedizione e altruismo.

Causa ed effetto nel sistema Karma Yoga
In sanscrito, la parola karma significa “azione” o “lavoro”. Come concetto filosofico, il karma denota il principio universale di causa ed effetto.
Questo principio spirituale fondamentale dice che qualsiasi azione che intraprendiamo, non importa quanto insignificante possa sembrare, ha un effetto che prima o poi si riverbererà su di noi. Le buone azioni genereranno un karma favorevole e benefico. Quelle cattive genereranno un karma sfavorevole, di sofferenza.
Questo è il modo in cui l’Universo si assicura che impariamo le nostre lezioni di vita, diventiamo responsabili delle nostre azioni e miglioriamo il nostro comportamento. E poiché non possiamo vivere senza azione, è ovvio che accumuleremo un “bagaglio” karmico sempre crescente che ci condiziona e incatena. Anche il karma buono diventa col tempo soffocante e opprimente – e una gabbia d’oro imprigiona tanto quanto una gabbia di ferro anche se è più difficile e doloroso sopportare le conseguenze delle nostre passate azioni cattive o sbagliate.
Come possiamo allora sfuggire alle “catene” del karma? Come possiamo annullare gli effetti delle nostre azioni quotidiane e annientare il karma già accumulato?

Consacrazione dei frutti delle azioni
A queste domande la millenaria saggezza yogica ha risposto offrendo alle persone il Karma Yoga. Ciò presuppone soprattutto la consacrazione incondizionata e preventiva di tutti i frutti della nostra azione a Dio Padre poiché sarà lui il vero “beneficiario” di quell’azione.
Dopo che abbiamo offerto a Dio, interiormente, in anticipo, con sincerità e con tutto il cuore, i frutti dell’azione che ci accingiamo a intraprendere, è assolutamente necessario ricevere una risposta divina affermativa. È avvertita come un’effusione della grazia divina, come un flusso di energia estremamente fine, raffinata e misteriosa, che discende nel nostro essere, dalla sommità della testa fino alle piante dei piedi comprese. L’apparizione di questo stato ci conferma che l’offerta dei frutti della nostra azione è ricevuta da Dio. Ciò comporta la scomparsa di ogni ulteriore conseguenza karmica.
Quando questo stato non si manifesta, cioè non sentiamo assolutamente nulla in risposta alla nostra consacrazione, possiamo essere certi che Dio non riceve i frutti di quell’azione. In questo caso siamo, come si suol dire, “da soli” e, soprattutto, subiremo sicuramente le conseguenze di tale atto.
Naturalmente Dio non approverà né riceverà mai i frutti di un’azione malvagia, stolta o aberrante. Il Karma Yogi si assicura sempre di avere una risposta affermativa alla sua consacrazione. Altrimenti, semplicemente si asterrà dal compiere quell’azione.
Karma Yoga – agire senza aspettative
Se riceve una risposta alla consacrazione, il karma yogi agisce allora con uno spirito sublime di totale dedizione, altruismo e sacrificio, senza alcun attaccamento e senza aspettarsi nulla in cambio, nemmeno gratitudine o ringraziamento.
Agendo in questo modo, completamente diverso dal solito modo di agire, egoista ed interessato a sé stesso, lo yogi purifica la sua coscienza, il suo cuore, trascende il suo ego e la personalità limitata, avendo così accesso immediato alla Realtà Ultima, trans-personale, che è tutt’uno con la rivelazione del Sé Supremo nell’essere.
Il karma yogi allora si rende conto che, in realtà, non è nemmeno lui ad agire. Dio, al quale ha offerto con la consacrazione i frutti dell’azione, ne è l’autore.
Compiuta in questo modo, l’azione cessa di avere qualsiasi effetto sul praticante, che si libera contemporaneamente dalle sue limitazioni e condizionamenti precedenti. Non ha alcuna rilevanza il tipo di azione che si tratta. Può essere qualcosa di importante, così come qualcosa di semplice, persino un’azione di routine. Ciò che è importante è che l’essere umano in questione trascenda i suoi bisogni e superi le sue tendenze egoistiche.
La trascendenza dell’individualità
L’individuo impara a mettersi al servizio di un ideale nobile, molto più alto. Metterà i bisogni degli altri al di sopra dei propri attraverso il servizio altruistico reso loro. Trascenderà così la sua individualità, diventando un essere universale, indirizzando le sue attività e i suoi sforzi per il bene di tutto ciò che lo circonda.
Inoltre, tutti i sentieri e i rami dello yoga mirano alla scomparsa dell’identificazione con l’ego e con i suoi desideri o pretese. Il Karma Yoga raggiunge questo obiettivo direttamente attraverso il non attaccamento ai frutti dell’azione. Questa è opportuno che sia realizzata nel modo più cosciente possibile, avendo come unico motivo la “partecipazione distaccata, come una staffetta, all’opera di Dio”.
Nella Bhagavad Gita, Krishna dice che un vero ricercatore spirituale “non ha speranze personali; il suo spirito e il suo essere sono sotto il suo perfetto controllo; bandito ogni senso di possessività, accontentandosi di ciò che gli accade, vincendo le dualità; non invidiando nessuno, uguale nel fallimento e nel successo, non è più incatenato nemmeno quando agisce.“
La Bhagavad Gita è quella parte dell’antico testo indiano Mahabharata in cui, tra le altre cose, sono esposti i principi stessi del Karma Yoga. In quanto insegnamento spirituale fondamentale, la Bhagavad Gita ha avuto innumerevoli interpretazioni e commenti, sia nel periodo classico che in quello contemporaneo.
Swami Sivananda, Sri Aurobindo, Swami Vivekananda, Paramahansa Yogananda o Mahatma Gandhi hanno praticato e promosso intensamente questa forma di yoga molto importante ed efficace. Swami Ramdas, uno yogi contemporaneo, ha addirittura affermato che “senza il Karma yoga, Jnana e Bhakti non sarebbero altro che egoismo spirituale”.