Esemplificare è una maestria
Un’esemplificazione spirituale è una pratica tipica dei maestri della tradizione yoga MahaSiddha, sviluppatasi in parallelo nel nord-ovest dell’India, zona dell’attuale Kashmir, e nel sud verso il Tamil Nadu.
Esemplificare uno stato spirituale vuole essere la capacità di un maestro yoga (siddha = perfetto) di collegarsi ad un’energia universale divina e poi di emetterla, ossia di esemplificarla, come: uno stato di gioia sublime, uno stato di amore puro, uno stato di eroismo spirituale, ecc.
Ogni stato d’animo è un’energia con una vibrazione specifica corrispondente. Quando noi viviamo un certo stato interiore siamo per così dire in risonanza con quell’energia specifica, che è sempre presente nel Macrocosmo.
Accade che gli stati d’animo siano indotti da cause esteriori alla nostra volontà apparente, come un evento, una persona, un pensiero particolare, ecc., e più raramente siano fenomeni autoindotti coscientemente, laddove noi scegliamo di vivere un certo stato interiore. In fondo nessuno ci impedisce, ora in questo momento, di sorridere di gioia e manifestare uno stato di felicità senza oggetto e questo stato lo si può mantenere in noi per tutto il tempo in cui si mantiene l’attenzione focalizzata su questa energia, che è anche un’attitudine interiore.
Noi siamo, fondamentalmente, un continuo susseguirsi di stati interiori, dettati da molteplici cause, spesso senza averne alcun controllo (o senza sapere che in realtà potremmo sempre averne il controllo…).
Quando pensiamo a qualcosa di bello, il nostro cuore si apre, quando pensiamo a qualcosa che ci rattrista, l’animo si contrae, si chiude. Basta accendere la televisione e osservare, durante un comune telegiornale, come i nostri stati d’animo cambino in reazione alle notizie che vengono diffuse; un piccolo esempio della nostra volubilità e suggestionabilità interiore.
Quello che possiamo fare è allora intervenire in questo gioco illusorio di reazioni al mondo esteriore scegliendo di alimentare vibrazioni benefiche, armoniose, luminose, sublimi.
Vi sono tuttavia alcuni stati interiori a cui non sempre tutti hanno accesso, come ad esempio uno stato di samadhi o estasi divina, o uno stato di felicità paradisiaca, o lo stato di un essere spiritualmente liberato (jivanmukta). Si può in tali casi beneficiare dell’esperienza di chi li ha vissuti, che li conosce, e che può farli vivere (esemplificarli) per esperienza diretta. Cosi come talvolta si decide di scalare una montagna sconosciuta con una guida montana per poter godere pienamente di quell’esperienza. Si ritrova questo modo di procedere anche nel celebre episodio della Bhagavad-Gita in cui Krishna esemplifica ad Arjuna come si percepisce la Realtà dal punto di vista divino.
Ogni esemplificazione è come un dono divino che Dio ci offre attraverso una guida spirituale… E questo dono non è solo di stati che non abbiamo ancora conosciuto o sperimentato, come lo stato di samadhi, ma spesso un maestro può esemplificare stati che apparentemente conosciamo (come lo stato di buon senso), ma che adesso con l’esemplificazione possiamo percepirlo così come è, nella sua natura divina, universale, non alterata dal nostro mentale inferiore.
Un’esemplificazione spirituale è quindi una porta d’accesso ad un’esperienza, altrimenti non sempre altrettanto accessibile a chiunque nel quotidiano. Un’occasione privilegiata di poter conoscere e vivere un certo stato interiore, grazie alla messa in risonanza con l’energia che viene emessa da colui che esemplifica quello specifico stato spirituale.
Cosa fare durante un’Esemplificazione spirituale
Ci colleghiamo all’energia universale, divina, che viene in quel momento esemplificata attraverso colui che la emette – maestri, guide spirituali che nella tradizione tantrica, shivaita o yogica sono chiamati Bodhaka, – in uno stato che è:
- principalmente ricettivo, yin: aperto a cogliere, in modo rilassato, senza tensioni o sforzi, a recepire la specifica energia che viene emessa in un certo momento, come quando ci si sintonizza su una specifica stazione radio;
- e poi anche solare, yang: attento a ciò che avviene in noi, in modo attivo, lucido e presente, in grado di osservare e notare come durante l’esemplificazione possa apparire l’esperienza dello stato esemplificato attraverso la connessione con la specifica fonte vibratoria.
Aperti nel cuore, cioè oltre il piano mentale, e aperti in sahasrara a permettere che l’energia specifica si riversi nel nostro essere, potremo così nutrirci di una energia che, se pienamente portata alla coscienza, sarà sempre a nostra disposizione. Così come quando si è vissuto uno stato di felicità, si può poi richiamarlo a noi a volontà, rapportandoci a quella vibrazione e stato interiore che per noi significa felicità, potremo fare altrettanto anche con tutti quegli stati spirituali speciali che vengono di volta in volta esemplificati in varie occasioni e nell’ambito dei raduni spirituali della nostra Scuola di Yoga.
Più questi stati verranno vissuti coscientemente e autenticamente e più diverranno nostri, diverranno la nostra naturale vibrazione: noi siamo quella felicità, la gioia, l’estasi!
Permette di risvegliare le nostre qualità latenti
Se non si conosce un’esperienza direttamente, ad esempio se non si è mai assaggiato il miele, ci possono raccontare e descrivere tutte le sue sfumature di gusto e sensazioni, ma finché non lo assaggeremo davvero, non potremo conoscerlo completamente. Una volta assaggiato, quel gusto rimane impresso in noi e lo potremo rievocare ogni qual volta lo vorremo. La conoscenza del gusto del miele è attiva nella nostra struttura sottile-energetica.
Ogni esemplificazione è un’attivazione di un’energia specifica, che è sempre presente, in forma più o meno latente nel nostro microcosmo; come un seme che ha potenzialmente le qualità di un albero, ma che fino a quando non viene piantato rimane inattivo. Una vera e propria iniziazione spirituale.
Noi, potenzialmente, possiamo accedere a tutte le energie dell’universo, poiché tutte le energie sono già presenti in noi, alcune più attive e altre più latenti, in base alle nostre affinità predominanti.
Un’esemplificazione spirituale permette quindi di arricchire il nostro essere di nuovi stati sublimi. Permette di allargare il nostro campo di coscienza, espandendolo su piani elevati, in base al nostro livello attuale, al grado di purificazione interiore, alla dinamizzazione dei nostri corpi sottili, ecc. È un supremo nutrimento che ci permetterà, con il tempo, di essere sempre armoniosi, aperti alle vibrazioni elevate, sensibili al bello, al buono, al meraviglioso, al divino.
E poter divenire così noi stessi un siddha, che condivide i frutti della sua aspirazione e realizzazione spirituale a tutti i reali ricercatori che anelano a riunirsi al Supremo.