dall’insegnante di yoga Gregorian Bivolaru
Shiva è la Provvidenza che si prende cura dell’intera manifestazione, trovando in ogni essere, per il suo bene, uno scopo specifico e un posto nell’universo, e poi dirige la sua vita secondo la propria Volontà sovrana. L’uomo, quindi, non ha altra possibilità di una così rapida evoluzione se non attraverso una fervida aspirazione verso tale provvidenza (Shiva).
Nell’ipostasi del Dio salvatore, Shiva salva l’essere umano nell’oceano del dolore. Egli è il cigno (hamsa) che attinge dalle acque impure dell’illusione il latte immacolato del discernimento e, nella sua infinita bontà, lo dona agli uomini.
Egli è così venerato come Pashupati, il pastore vigile e amorevole, che attraverso il suo fuoco (tejas) spinge il suo gregge smarrito nel ristretto angolo dell’egoismo a trovare una nuova via: l’interiorizzazione che conduce al Cuore universale (paramatman). Pashupati usa a questo scopo la misteriosa energia calmante, la Grazia (anugrahashakti), che risiede eternamente nel cuore dell’essere umano.
Shiva, essendo unico, può essere raggiunto solo attraverso di lui. È lui che per primo attira a sé il suo adoratore, «rendendolo degno del flusso impetuoso della propria grandezza».
Non possiamo mai pensare di ottenere l’Amore divino semplicemente grazie a qualche tecnica (con nessuna azione meccanica, sia essa fisica, verbale o mentale), poiché dipende tutto solo dalla Grazia. Shiva è colui che viene incontro all’amore concedendo la Grazia. Ispira l’amore e così l’amore si risveglia, e poi la grazia e l’amore formano un cerchio infinito, l’Amore chiama la Grazia e la Grazia ispira l’Amore.
Lo yogi shivaita ha un solo desiderio, vale a dire amare Shiva e adorarlo permanentemente, dove la prima tendenza del suo amore è quella di implorare la Grazia. Ecco cosa dice in tal senso il saggio Utpaladeva:
“O Signore, Ti supplico umilmente, aiutami ad avere sempre vicino la via per ottenere il Tuo unico favore, l’eterna partecipazione alla grande celebrazione cosmica dove il beato nettare della Tua adorazione viene incessantemente assaporato.”
Da parte sua, Shiva guida incessantemente la devozione e l’amore dell’uomo. In questa direzione il saggio Utpaladeva dice: “Gloria a Te, assetato del dono di un cuore sempre traboccante di tutta la dolcezza dell’amore!” (XIV.10). Essendo così soddisfatto, Shiva balla (si rivela per sua grazia) per coloro che lo amano ardentemente.
Quando la Grazia di Dio, che esige tutto dall’uomo per liberarlo da ogni vincolo e attaccamento, e il cuore umano, inebriato d’amore e profondamente penetrato dalla dolcezza di un’intimità sempre rinnovata, si fondono intimamente, colui che è amato, l’adoratore e l’amore non sono altro che l’unica e stessa realtà divina.